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Comitato Pro Pulcinella

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Nel 2015 il  “Comitato Pro Pulcinella”, diretto da Domenico Scafoglio, ha promosso una attività di ricognizione, durata circa un biennio, volta a documentare la presenza viva della maschera di Pulcinella in Campania e soprattutto nella città di Napoli. L’ indagine ha prodotto  una ricca messe di dati, che sono stati fatti oggetto delle riflessioni esposte in questo testo. Questo impegno di ricerca e di studio ha consentito l’individuazione dei segmenti che disegnano la mappa pressoché completa della presenza della maschera nel suo territorio d’ elezione: un lavoro reso necessario dalla situazione di magma apparente in cui vive Il Pulcinella moderno, in una felice  ripresa (quasi ri-fioritura) dominata dalla  compresenza, che è anche  contaminazione, di generi e forme di cultura tradizionali, con generi e forme della cultura di massa e della cultura l’élite, nonché dagli   effetti complessi dell’ impatto,  a tutti i livelli, delle tradizioni culturali popolari e colte con il mondo tecnologico, l’ informatizzazione e la multimedialità.

L’obiettivo specifico della nostra ricognizione è stato il frutto di una doppia progettazione: (1) presentare Pulcinella come sintesi della cultura locale e testimoniare la sua persistenza nella vita, nella sensibilità, nell’ immaginario, nella visione e nel linguaggio dei napoletani e dei campani di oggi, attraverso acquisizioni  che (2) avrebbero potuto consentire la preparazione del dossier e del catalogo-inventario, da redarre in vista della candidatura della maschera  alla lista del patrimonio immateriale dell’ UNESCO. Abbiamo perciò cercato di adeguare le nostre modalità di conoscenza scientifica alle indicazioni previste dalla procedura  UNESCO nelle linee fondamentali, che concernono in primo luogo,  come condizioni di base: 1) l’ individuazione della comunità d’ elezione cui appartiene il bene culturale proposto per la candidatura;  2) la sua vitalità e attualità;  3) il coinvolgimento attivo nel progetto dei soggetti portatori e fruitori di esso.  Per quanto concerne quest’ ultimo aspetto, Pulcinella, pur essendo presente, come effetto di un lungo processo di diffusione, in altre regioni europee in forme similari molto vicine al modello napoletano, e, analogamente, nel bacino del Mediterraneo,  nei quattro secoli della sua storia ha mantenuto e mantiene tuttora un rapporto costante e continuo di segno più forte e intenso con la Campania,  e soprattutto con Napoli, sua città d’ origine oltre che di elezione, di cui ha contribuito a plasmare la cultura e la vita, rimanendo a sua volta fortemente segnato da questo indissolubile legame. La ricognizione ha perciò eletto come comunità prototipo e centro d’ interesse fondamentale la comunità napoletana e campana, pur non dimenticando le diverse appartenenze della Maschera, europee e mediterranee, cui ha dedicato un interesse inevitabilmente secondario. Peraltro, marginali rispetto al  nostro centro d’ interesse, le figure dei cugini europei di Pulcinella (Don Cristóbal, Pulchinela, Polichinelle, Punch, Kasperle, Hans Sauisse, Klickering ) sono tutt’ altro che irrilevanti, per l’importanza che conservano ancora e per la loro lunga storia, e lo stesso si può dire di quelli dell’ area turca, araba e greca, come Karaguez, o persiana (Pahlavan Kačial). Soprattutto quelli europei hanno anche, quasi tutti,  un rapporto anche genetico col Pulcinella napoletano, anche se, una volta che sono arrivati, partendo dall’ Italia, nei nuovi paesi, si sono integrati pienamente nella loro cultura. Necessariamente meno analitica è risultata perciò la ricognizione della presenza di Pulcinella fuori della Campania, ma è stata utile, se non necessaria, per ribadire che l’irradiazione della maschera napoletana nell’ Europa e nel Mediterraneo dimostra l’ unità di fondo delle culture euromediterranee, e in modo analogo l’analisi comparata con le altre figure tricksteriche del pianeta, oltre a confermare l’ universalità di Pulcinella, consente di leggerlo antropologicamente come una necessità della cultura, oltre che, in non pochi casi, come il risultato di scambi culturali. 

La ricognizione si è mossa alla ricerca di Pulcinella all’ interno dei numerosi  generi, individuando, dentro la molteplicità dei diversi confini, non soltanto i fatti culturali, ma soprattutto i soggetti, ogni volta diversi, che li hanno prodotti, ossia i portatori viventi di queste culture,  l’insieme di coloro che partecipano alla vita del bene culturale rappresentato da Pulcinella e in primo luogo i creatori, esecutori, costruttori e trasmettitori di oggetti, testi,pratiche e miti di identificazione collettiva, che conferiscono centralità alla maschera.  

Nella maggior parte dei casi sono stati essi i narratori delle loro storie, che sono anche storie di mestieri, di aggregazioni, di opere, di forme, di stili, di mondi. Il loro coinvolgimento attivo nel lavoro di documentazione ha facilitato non solo la registrazione dell’esistente, ma anche la comprensione di valori, saperi, emozioni. 

Del periodo a noi contemporaneo sono stati anche registrati, in alcuni casi, attraverso documentazione cartacea o informatica o multimediale o ricordi personali, fatti culturali silenti da o per alcuni anni, dal momento che il loro spegnimento potrebbe essere l’effetto di una provvisoria latenza, che non esclude una possibile ripresa in condizioni più favorevoli e protette.

Analogamente sono stati presi in considerazione anche alcuni portatori di cultura non viventi, quando i loro prodotti sono risultati ancora presenti nella contemporaneità e fanno parte degli elementi fondanti della vita e dell’ identità viva della città e della regione. Per esempio, i testi pulcinelleschi di Raffaele Viviani e di Eduardo De Filippo.

La vita (e la vitalità) di Pulcinella è (come è sempre stata) anche nella scrittura e nella carta stampata, in forma di testi di Pulcinella (“pulcinellate”) o di riflessioni su Pulcinella (saggistica), anche quando gli usi della Maschera sono affidati in misura prevalente all’oralità e alle pratiche dell’ improvvisazione. Se non ci vogliamo accontentare di una percezione dimidiata, dobbiamo quasi sempre sentire e cercare dietro ogni esecuzione  una scrittura (canovaccio, scaletta, schema, testo ecc.) o una scrittura da tempo diventata tradizione orale.  Il rapporto tra la scrittura e l’ oralità ha accompagnato la vita di Pulcinella, a volte conflittuale e dialettico, altre volte funzionale e complementare, in un gioco di reciproca riplasmazione.

Nel nostro progetto le pulcinellate e la saggistica concernente Pulcinella sono stati presi in considerazione come “patrimonio librario”, anch’esso meritevole, in quanto tale, di riconoscimento e di protezione, nella misura in cui costituisce un bene culturale di notevole spessore, comprendente migliaia di testi e di immagini, disseminati se non dispersi nelle biblioteche italiane. La nostra ricognizione, che ha cercato di individuare e descrivere questo patrimonio tendenzialmente nella sua interezza,  è stata anche l’ occasione per realizzare per la prima volta il suo catalogo scientifico, che  rende raggiungibile e utilizzabile questo grande serbatoio,  inesorabilmente cancellato in gran parte dalla memoria collettiva nell’arco di quattro secoli, dal quale, quasi per via iniziatica e solo in piccola parte, il teatro e il linguaggio delle pulcinellate di ogni tempo, comprese quelle contemporanee, hanno attinto. Questo patrimonio librario è fondamentale ed utile alla comunità dei portatori di cultura e degli utenti, non solo per acquisire o perfezionare la consapevolezza dell’ esistente, restituendogli la sua profondità storica, ma anche per operare scoperte, recuperi, riscritture, restauri e innovazioni, restituendo esperienze, conoscenze e valori che consentano  non solo di riconoscere, ma altresì di “inventare” i beni culturali, al di là della casualità e  della frammentazione  della memoria involontaria.

Data la difficoltà di  allegare alla nostra documentazione la schedatura completa dei testi concernenti Pulcinella dagli inizi del secolo XVII, che hanno visto la sua nascita sulla scena, fino ai nostri giorni, abbiamo limitato   il catalogo presentato agli ultimi sessanta anni circa, che sono quelli in cui si dispiega la vita contemporanea della Maschera, conservando nel nostro archivio il catalogo completo dei testi, che elenca sistematicamente oltre quattro secoli di pulcinellate, saggi, materiali visivi e altro.

Non per eccesso di zelo abbiamo indicato di quasi tutti i testi i luoghi della loro conservazione, ritenendolo utile e forse necessario, in considerazione della loro scarsa reperibilità, per via della loro dispersione nelle biblioteche pubbliche e private, di Napoli e di Roma, senza considerare quelle, meno dotate, di altre città italiane ed europee.