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Pulcinella negli altri Carnevali italiani

Comitato Pro Pulcinella

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Li Pulgenelle di Castiglione Messer Marino

Castiglione Messer Marino è un centro montano posto all’estremità meridionale dell’Abruzzo chietino. In occasione del Carnevale per le vie del  centro storico    la domenica   precedente ed il martedì grasso si svolge il corteo delle maschere  composto dai maschi del paese, molti dei quali travestiti da donna, che viene preceduto ed accompagnato da una schiera di  Pulcinelli (Pulgenelle) che, muniti di frusta (scrujazze), simbolo di autorità, ne guidano il percorso, organizzandone la disposizione, predisponendone le soste, distanziando il pubblico mentre il gruppo mascherato recita scenette burlesche e licenziose.

Il Pulgenelle veste un costume bianco spesso ricavato da una camicia da cuoco e pantaloni da pigiama; ai piedi porta scarponi e gambali neri ed intorno alla cintura e sul torace indossa vistose sonagliere di bronzo, che scampanellando ad ogni movimento annunciano ai passanti l’approssimarsi della sfilata, conferendo alla figura un aspetto demoniaco. Ciò che maggiormente caratterizza il personaggio è un alto cappello a cono (l’altezza varia da un minimo di cm. 70 ad un massimo di cm. 140) costruito su un’intelaiatura di canna spaccata a mo’ di conoccia, legata con spago e rivestita di carta bianca sulla quale vengono cuciti diversi strati di nastri e decorazioni multicolori (zagarelle). Attualmente le strisce sono di carta colorata, una volta venivano realizzate in stoffa ed a confezionarle sono sempre state le donne di famiglia. Per arricchire la sommità del cappello, vengono armati, infine, dei pennacchi flessibili in filo di ferro piegato ai quali si applicano altri nastri, pendagli, campanelli e quant’altro possa essere ritenuto valido per l’effetto scenografico e decorativo del personaggio.

Il ruolo del Pulgenelle viene tramandato da padre in figlio o da nonno a nipote; il più anziano, il capo-Pulcinella presente a questa sfilata, porta con sé il nipotino, affinché apprenda le tecniche e le movenze giuste ed è conosciuto dalla gente del paese come zì Caitane Pulgenelle. Attualmente i giovani pulcinella riescono a realizzare dei cappelli ancora più alti ed elaborati utilizzando per l’intelaiatura un foglio di lamiera, di più facile costruzione. Simili Pulcinelli erano diffusi in tutto l’arco montano e collinare dell’entroterra vastese e molisano; attualmente se ne riscontrano due alla carnevalata di Roccaspinalveti ed uno a quella di Guilmi (Adriana Gandolfi).

I Pulcinelli di Schiavi d’Abruzzo

Foto di Maya Tedesco

I Pulcinelli-Zanni del  Cicolano

Nel Cicolano, al confine tra Lazio e Abruzzo, è vivo il Carnevale degli Zanni di cui fa parte la maschera di Pulcinella. In passato ogni villaggio aveva una propria compagnia formata da una ventina di persone. Tutti dovevano interpretare una maschera diversa. Gli Zanni si spostavano a piedi verso villaggi vicini per conquistare il Castello. Al loro comando, vi erano tre personaggi armati, le cosiddette ‘cariche’ con spada: il Turco, il Guerriere e lo Zannone o Purginella, tutto bianco e contraddistinto da gobba, barba, coppolone, campane e cordone fallico. Egli correva veloce per primo alla conquista del Castello e il suono dirompente dei suoi campanacci annunciava l’arrivo della Compagnia. In una tavola del catasto di Pescorocchiano del 1750 nell’Archivio di Stato dell’Aquila, vi è l’immagine di un Pulcinella impugnante un cartiglio musicale con la dicitura Da Carnavale hebbi il cognome antico. Nel territorio di Pescorocchiano tale tradizione non si è mai spenta e a partire dal 1995 si è formato un gruppo di persone che organizzano il Carnevale degli Zanni e nel 2001 è nata ufficialmente l’Associazione Culturale La Compagnia degli Zanni che ha adottato come logo l’immagine dello Zannone – Pulcinella presente nel citato catasto. Tuttora il ‘Purginella’ del Cicolano ringrazia le famiglie che offrono rinfreschi con delle ‘lascite in rima buffe e scherzose, finalizzate a suscitare il riso nei presenti, e corre via nuovamente agitando il cordone tra le mani e facendo allusioni sessuali.  

I Puocinelli di Alessandria del Carretto

Simili ai Pulcinelli di Castiglione sono quelli di Alessandria del Carretto, un paesino quasi dimenticato sul versante calabrese del Pollino. Dopo il 1960 la Maschera di quest’ altro Pulcinella di montagna era pressoché scomparsa, ma dopo qualche decennio, col revival del Carnevale, si è  avuto un suo ritorno in grande stile, rimasto sconosciuto fuori del proprio paese, finché non lo ha scoperto Domenico Scafoglio e documentato. I Pulcinelli di Alessandria si distinguono in due gruppi diversi e contrapposti, quello dei Puocinelli bielli e l’ altro dei Puocinelli haidi, cioè brutti. In molti carnevali esistono le maschere dei belli e dei brutti che si fanno la lotta con comportamenti simili: i belli, sfarzosamente vestiti, sfilano in coppia, formano un cerchio e ballano al suono delle ciaramelle, escludendo i brutti, i quali, vestiti dimessamente di stracci, ballano a parte; inoltre distribuiscono colpi di scriazzu, un bastone policromo cui è appeso con una corda un gomitolo di lana colorata; i brutti, invece, fanno scherzi più grossolani e pesanti, gettano cenere addosso a tutti, tranne che ai signori, i quali la ricevono sulle scarpe. In entrambi i gruppi esiste la Pulcinellessa.

Straordinario in questa mascherata è il fasto dei Pulcinelli belli: all’ abito bianco essi sovrappongono scialli abbondanti di seta di seta di vari colori, infilano i pantaloni dentro gambali di cuoio e usano per le mani guanti neri. La maschera facciale è lignea, bianca o color legno, e non presenta tratti grotteschi; il cappuccio (che le donne non portano), è una sorta di ampio e alto turbante, reso vivace e imponente da un diluvio di penne, fiori di seta, specchietti e nastri che cadono sulle spalle e sul petto.  Questa maschera costa sacrifici enormi a una piccola comunità di pastori e di guardiaboschi, ed è oggetto di una grande aspirazione. Nessuno dei signori del paese, invece, l’ ha mai indossata.

Foto di Claudio Saltarelli

A Mirano

Anche il Veneto conosce il revival pulcinellesco, con la scoperta di antiche radici. A Mirano (VE) si è ripetuto, a cominciare dal 2015, il “Carnevale dei Pulcinelli”, un lungo e raffinato corteo con Pulcinelli e Pulcinellesse, ispirato ai personaggi di Domenico Tiepolo: dunque, la maschera napoletana riplasmata dal pittore veneziano e riproposta per questo anche come simbolo identitario.

L’influenza di Tiepolo si nota nell’abbigliamento delle maschere (cappello a pan di zucchero ecc.), ma soprattutto nella discesa a volo dal campanile di San Michele in cui le evoluzioni sulla corda delle maschere aspirano a replicare simbolicamente le acrobazie di Pulcinella dipinte dal grande pittore veneziano.